Palazzo te si trova a Mantova, città dei Gonzaga, e rappresenta l’opera più celebre dell’architetto Giulio Romano. Fu costruito, su commissione di Federico II Gonzaga, come luogo di rappresentanza e svago.
Mantova
Mantova, cittadina lombarda circondata da tre laghi artificiali nati dal Mincio che le donano un aspetto particolare, è conosciuta per la sua architettura rinascimentale e per gli imponenti palazzi fatti costruire dai Gonzaga; fra gli altri il Palazzo Ducale, il Castello di San Giorgio e Palazzo Te.
Nel XII secolo Mantova, fu studiato un sistema di difesa che prelevando l’acqua del fiume Mincio furono realizzati 4 laghi artificiali ( superiore, di mezzo, inferiore e paiolo – ora bonificato ) che la circondavano. all’interno dei laghi vi erano isolette minori collegate alla città attraverso dei ponti.
Solo nel XVII secolo a seguito di un’inondazione che trasformò i laghi in una palude si decise di bonificare uno dei laghi e Mantova assunse l’aspetto di una penisola.
I Gonzaga governarono Mantova e le terre limitrofe dal XIV al XVII secolo.
Storia di Palazzo Te
Nel XV secolo, come abbiamo appena visto, Mantova appariva come una grande isola collegata con altre tre isole minori. Su una di queste isolette posta nel lago Paiolo, vi erano le scuderie di famiglia dove Francesco II, padre di Federico II Gonzaga, amava addestrare i suoi cavalli. Dopo la morte del padre Federico II, su quelle scuderie fece erigere Palazzo Te, come luogo di rappresentanza, villeggiatura e svago.
Abituato alla vita agiata e al vivere nelle ville romane, nel 1525 commissionò la costruzione di Palazzo Te, all’architetto Giulio Romano allievo di Raffaello.
La costruzione durò dieci anni e rappresenta senza dubbio un capolavoro dell’architettura manierista. Giulio Romano progetta palazzo Tè sullo schema architettonico delle antiche Domus romane.
L’origine del nome “TE” non è certa; ci sono due ipotesi, la prima dice che deriva dal fatto che sull’isola Paiolo in antichità fosse denominata Tejeto (bosco di tigli) poi abbreviato a Te. La seconda, invece sembra derivare da Tegia che significava capanna e si riferiva alla stalla dove erano riposti i cavalli di Francesco II.
Architettura di Palazzo Te
Nella realizzazione di Palazzo Te, Giulio Romano ebbe la possibilità di dare libero sfogo al suo genio poliedrico e riusci a realizzare uno dei più bei capolavori dell’epoca. Il complesso ricorda, come anzidetto, le ville romane e si articola intorno al “cortile d’onore” ( cortile quadrato) con quattro entrate, una per ogni lato. La “loggia di Davide” collega il Cortile d’onore con il giardino che si trova sul retro del palazzo.
A differenza delle ville rinascimentali del tempo, Palazzo Te è disposto su un unico piano squadrato. Esternamente si presenta sobrio e lineare ma denota una certa eleganza.
Le facciate sono disposte su due livelli con colonne lisce inglobate nella muratura a distanza regolare e intervallate da cornici di finestre e pareti rivestite di bugnato rustico. Le irregolarità simmetriche sono dovute, molto probabilmente, dalle strutture preesistenti ( scuderie).
Si accede tramite un atrio, posto sul lato ovest del palazzo, con colonne che lo dividono in tre navate. Di qui prende il via il percorso all’interno del palazzo ( dura non meno di due ore) dove si visitano tutte le varie stanze, ognuna delle quali ha un richiamo alla mitologia greca.
Le stanze di Palazzo Te
Ogni stanza del palazzo è un opera d’arte, ogni pavimento ed ogni soffitto ha una sua decorazione, così come i camini presenti nelle stanze sono tutti sontuosi ed unici.
Tutte le stanze sarebbero degne di nota per le loro particolarità, se non sbaglio il percorso consiste nella visita di ben 17 stanze oltre alle logge. Qui ne cito solo quelle che più mi hanno colpito per i loro affreschi o stucchi.
- Sala dei cavalli: i Gonzaga erano famosi per la cui con cui allevavano cavalli, incrociando anche specie diverse per ricavarne esemplari da corsa. In questa stanza sono raffigurati i migliori cavalli della famiglia Gonzaga.
- camera degli stucchi: come si evince dal nome è una stanza ornata di eleganti stucchi che narrano le virtù militari dei Gonzaga
- Camera di Amore e Psiche: una delle sale ispirate alla metamorfosi di Apulcio. E’ la celebrazione della natura positiva e del risveglio dell’Amore.
- Camera dei giganti: mai avevo visto una bellezza simile, una stanza affrescata in ogni suo centimetro. Riprende il discorso della metamorfosi di Ovidio e narra la caduta dei Giganti, la vendetta degli Dei dell’olimpo sui giganti.
La loggia di Davide è un porticato di passaggio fra le due ali della villa che apre sul giardino. Il nome della loggia deriva dal fatto che sul suo soffitto sono affrescate le storie di Davide.
Infine, in fondo al giardino si trova l‘appartamento segreto e la grotta; l’appartamento composto da piccole stanze dove fare i bagni, un giardino non visibile dall’esterno ed in fondo una grotta di pareti sassose incastonate di conchiglie dove facevano bagni caldi.
Giulio Romano
Nato a Roma nel 1499, morto a Mantova 1546, è considerato uno degli artisti più rappresentativo del rinascimento e del manierismo italiano (“maniera moderna” arte figurativa sviluppatasi nel XVI secolo – ispirata a Michelangelo, Raffaello e Leonardo da Vinci).
Giulio Romano fu uno dei migliori allievi di Raffaello e dopo la sua morte ereditò la bottega e le commissioni già avviate come villa madama e le stanze vaticane. Nel 1524 fu Invitato a Mantova dai Gonzaga e lasciò la carriere avviata a Roma.
Dapprima fu impegnato nella ristrutturazione di Villa Marmiroli e successivamente nella realizzazione di palazzo te su quelle che erano le scuderie dei cavalli di Francesco II Gonzaga.
Nella costruzione di Palazzo te diede sfogo a tutto il suo estro artistico realizzando un mix fra un palazzo e una villa romana. Per affrescarla in tutte le sue stanze si servi di molti artisti dell’epoca.
Come tutti gli artisti di corte, Giulio Romano era un artista completo, architetto, scultore e pittore.