La costa Abruzzese è ricca di strane strutture simili a palafitte che, ancorate agli scogli, si protendono sul mare; sono i trabocchi.
L’abruzzo è una regione che, aimé, conosco poco. Una regione che ho sempre attraversato per andare al sud, ma nella quale non mi sono mai fermata fino alla scorsa estate.
Incuriositi dai cartelli autostradali che indicavano la “costa dei trabocchi”, a fine estate, con mio marito abbiamo deciso di trascorrere un weekend a Vasto.
Dopo aver visitato Vasto, con le biciclette siamo andati a fare un giro a “Punta Alderici” una riserva naturale con dune sabbiose. Una meraviglia.
Qui a Punta Alderici ho visto per la prima volta i trabocchi.
- Cosa sono i trabocchi?
- Come venivano costruiti?
- Oggi, come sono utilizzati?
- Curiosità
Cosa sono i trabocchi.
I trabocchi sono della costruzioni primitive, simili a palafitte ancorate agli scogli, dislocate lungo gran parte del litorale abruzzese.
Un tempo queste strane strutture erano abitate dalle famiglie dei pescatori più poveri.
Pare che i trabocchi risalgano ai Fenici, i quali dovettero trovare, per sopravvivere, una nuova forma di pesca che non dipendesse dalle condizioni del mare e del meteo.
Idearono un sistema di pesca a bilancia che “catturava” il pesce, con grandi reti, quando veniva sotto costa a mangiare.
Queste strutture permettevano di pescare senza dover allontanarsi dalla costa. Con un sistema di bracci che gettavano le reti verso il largo.
Come venivano costruiti i trabocchi?
Realizzati completamente in legno di Pino d’Aleppo, un legno tipico della zona, modellabile , flessibile ma resistente sia alla salsedine che alle forti raffiche di vento.
Sono composti da una piattaforma allungata sul mare sostenuta da grossi tronchi ancorati agli scogli.
Alla piattaforma ligna, sono agganciati dei lunghi pali protesi verso il mare, detti antenne, che sostengono le grandi reti
Queste reti a bilancia vengono calate in mare attraverso un complesso sistema di argani e carrucole e nello stesso modo vengono tirate per raccogliere il pescato.
Sopra alla piattaforma venivano innalzate capanne di legno utilizzate come riparo per i pescatori, ma anche come abitazione delle famiglie di pescatori più poveri.
Queste piattaforme erano collegate alla terra ferma da passerelle in legno.
Nel dopo guerra questi trabocchi vennero abbandonati perché sostituiti da nuove tecniche di pesca.
Oggi, come sono utilizzati?
Da circa una decina di anni c’è stata una riscoperta dei trabocchi, soprattutto dal punto di vista turistico ed è divenuto una particolarità territoriale da salvaguardare.
Vista l’attrattiva turistica i comuni che sorgono sul tratto adriatico che va da Francavilla al mare a San Salvo hanno dato vita alla “Costa dei trabocchi”, una lunga fascia di litorale prevalentemente sabbioso con calette rocciose.
Molti trabocchi recuperati, sono diventati ristoranti, alcuni dei quali rinomati per la loro cucina.
Uno di questi trabocchi, situato in una posizione dove il mare si è ritirato a causa della costruzione di un porticciolo che ne ha variato le correnti, è stato ristrutturato a “stanza sul mare” dallo Studiozero85 di Pescara su commissione di una famiglia di 4 persone.
Il trabocco ristrutturato realizzando la “casetta” con una struttura di metallo rivestita di legno e coibentata di lana di roccia, non può essere considerata una vera e propria abitazione in quanto manca il bagno. La casetta di circa 24 mq su una piattaforma di oltre 100 è composto da un living con cucina e arredato e illuminato in modo minimal per richiamare l’architettura navale. Per saperne di più e vedere foto di questo trabocco leggete qui
Curiosità
Gabriele Dannunzio era affascinato dai trabocchi, tanto che affittò nel 1889 una casa a San Vito Chietino per ammirare i trabocchi e li descrisse nel suo romanzo “Il trionfo della morte”
“la grande macchina pescatoria composta da tronchi scortecciati, di assi e gomene, che biancheggiava singolarmente, simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano”
Conclusioni
Eccoci qua… anche per oggi è tutto, spero che l’argomento sia stato di vostro interesse.
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9 Comments
amalia Occhiati
(4 Marzo 2019 - 8:54)Io li ho visti in un viaggio ì ma non sapevo cosa fossero, mai avrei pensato che fossero abitazioni. Davvero molto belle, poi sul mare, immagino già che vista eccezionale.
federica manoni
(4 Marzo 2019 - 15:35)non sapevo si chiamassero così anche nei lidi ferraresi li ho visti nel Delta del Po
Sara F.
(4 Marzo 2019 - 16:25)Questo articolo è una figata, vorrei tanto visitarli! Complimenti per l’articolo. Passo nella mia pag.
Annalisa Spinosa
(4 Marzo 2019 - 17:53)mi piacerebbe moltissimo, non tanto alloggiarci, ma consumare un pasto su un trabocco. L’atmosfera deve essere davvero romantica e caratteristica. Se dovessi passare da quelle parti, è la prima cosa che farei.
Valentina
(4 Marzo 2019 - 18:52)Li ho visti quando sono andata in vacanza in Romagna da bambina ma non pensavo fossero abitazioni, si scoprono sempre cose nuove.
anna di
(5 Marzo 2019 - 3:23)Ma grazie, di trabocchi ne ho visti vari sia in Italia che all’estero, ma non sapevo che si chiamassero così e non conoscevo la loro storia. Quanto c’è sempre da imparare! Fra l’altro queste case a palafitta mi hanno sempre affascinata
Veronica Nicky Tacco12
(5 Marzo 2019 - 19:30)Ho sentito spesso dei trabocchi e visto quelle strutture in legno ma non avevo mai collegato le due cose
greta
(6 Marzo 2019 - 21:15)Perchè no?!? se ben tentuto e arredato bene all’interno ci abiterei molto volentieri….. troverei la cosa molto romantica
Make up addicted
(7 Marzo 2019 - 18:02)Quando ero piccola avrei voluto vivere su uno di questi cosi 😅 ora non so