Caro bollette: risparmiare con le lampadine al LED

Caro bollette: risparmiare con le lampadine al LED

Negli ultimi anni la massiccia campagna di informazione fatta dai media sui diversi tipi di lampadine e sui loro consumi, ha portato ad una sensibilizzazione di noi consumatori che piano piano abbiamo abbandonato le vecchie lampadine ad incandescenza per passare a quelle al led. Questo semplice gesto ha portato ad una forte riduzione dei consumi elettrici e di conseguenza ad un risparmio energetico.

Approfondiamo il discorso col nostro esperto di risparmio energetico Giorgio Gavelli.

giorgio gavelli
Giorgio classe 1949, diplomato all’istituto tecnico, è un esperto del settore per una lunga esperienza sul campo, dapprima lavorativa, poi per passione. Da anni collabora con associazione a tutela e difesa dei consumatori per il comparto energia. Negli anni ha tenuto numerosi incontri sia per comitati di cittadini, sia nelle scuole di ogni ordine e grado (oltre 400 classi) per spiegare l’importanza del risparmio energetico.

Credo che su questo argomento siate tutti ferratissimi. Come anticipato da Barbara negli ultimi anni c’è stata una forte accelerazione nel campo dei risparmi di consumi.
Siamo passati dalle lampadine ad incandescenza, a quelle al neon ed infine a quelle al led. Vediamo la differenza.

Lampadine ad incandescenza

Si attribuisce la paternità a Thomas Edison in quanto fu il primo ad accendere una lampadina, il 31 dicembre del 1878 nel suo laboratorio di Menlo Parck, ma il primo prototipo di lampadina su realizzato nel 1860 da Joseph Wilson Swan.

La lampadina era costituita da un bulbo di vetro al cui interno era posizionato un filo di cotone carbonizzato che attraversato dalla corrente elettrica emetteva luce. Fu solo nei primi anni del ‘900 che il filo di cotone fu sostituito dal tungsteno.

In Europa la produzione di questo tipo di lampadine è vietato dal 2012 in quanto fra le varie lampadine in commercio quelle ad incandescenza sono le meno ecologiche e hanno un rapporto tra luce emessa e luce consumata del 5%. Il filo di tungsteno al passaggio dell’energia elettrica diventava incandescente producendo calore (le lampadine scottavano) ed il costo del calore generato era molto più alto rispetto alla luce creata. Ad esempio per illuminare una stanza 4 metri per 4m occorreva una lampadina da 60/75 Watt.

La loro vita media era stimata in circa 1000 ore di funzionamento equivalenti ad un anno che variava in base al numero di accensioni e spegnimenti che subiva.

In Europa, come accennato sopra, non possono più essere prodotte da tempo ed è consentito solo lo smercio di vecchi stock.

Lampada al Neon

In alternativa alle lampadine ad incandescenza già dagli anni ’70 si usavano (e si usano ancora) lampade al neon (tubi fluorescenti) perché consumavano molto meno, circa la metà.

Le lampade al neon erano elementi lineari o circolari costituiti da un tubo di vetro sigillato alle cui estremità vi erano due elettrodi. All’interno vi era del Neon (gas nobile) a bassa pressione con una goccia di mercurio. L’energia elettrica che passava all’interno del tubo sollecitava il gas che emetteva radiazioni visibile, cioè luce.

Si è poi riusciti a miniaturizzarle per poterle avvitare al posto delle lampadine ad incandescenza.

La loro durata media è di circa 5 anni.

Hanno il difetto che tardano qualche secondo ad accendersi e nel tempo la loro illuminazione diminuisce.

Lampadine ad led

Poi circa 10 anni fa, grazie ad una continua ricerca, sono arrivate le lampadine a led.

, inizialmente il loro costo era molto elevato, ma ormai esso è sceso a pochi Euro, addirittura meno di quelle al neon, che probabilmente nel tempo saranno abbandonate
Ormai hanno anche un aspetto estetico buono e una vita stimata di circa 10 anni, anche se temo che i costruttori cercheranno di diminuirla perché altrimenti ne venderebbero sempre meno.

Ci sono anche plafoniere dalle forme più svariate, che all’interno non hanno una lampada, ma una striscia di led.
Per l’acquisto di queste occorre fare attenzione ad una cosa: in certune nel caso di guasto non si può sostituire la striscia, ma occorre cambiare tutta la plafoniera.

Il loro costo è estremamente vario a seconda del design e della qualità.

Infine esistono per l’esterno anche appositi proiettori che con pochissima potenza danno un’ottima illuminazione.

tabella di confronto sul consumo delle lampade

Consideriamo che un famiglia ha mediamente accese 4 lampade per circa 6 ore al giorno, se prendiamo ad esempio una lampada da 75w abbiamo un consumo giornaliero per famiglia di 1,8 kw, cioè 657 kwh all’anno. Se sostituiamo tutte queste lampade con quelle led equivalenti (17w) il consumo giornaliero diventa 0,408 kwh, cioè di 149 kwh annui.

Il risparmio è quindi di 508 kwh; se consideriamo che le famiglie italiane sono circa 30 milioni, il risparmio nazionale sarebbe quindi di circa 15,5 miliardi di Kwh all’anno e poiché al momento ne produciamo una gran parte con combustibili fossili, avremmo un buon calo dell’inquinamento per la salute dei nostri polmoni.

Tutto questo per esortarvi a cambiare nel più breve tempo possibile il vostro modo di illuminare casa e passando quanto prima all’utilizzo di lampade al LED.

Se non volete gettare le “vecchie lampade” montatele in un ambiente in cui esse vengano accese per pochi minuti, come uno sgabuzzino, in un garage o in soffitta e similari.

Sensori di prossimità

Negli ultimi decenni si è diffusa l’abitudine, dovuta al maggior numero di furti in abitazione, di tenere accesi, fuori dalla propria abitazione e nei condomini, un gran numero di lampioni e lampioncini per tutta la notte.

Anche se, come visto parlando di mercato libero o tutelato, di notte l’energia costa meno per consumare meno energia elettrica è opportuno sostituire il timer dell’accensione crepuscolare con gli appositi “sensori di prossimità” che accendono la luce solo quando si avvicina qualcuno.
Vi sono lampade da esterno che hanno già incorporato al loro interno un sensore di prossimità, ma sono presenti in commercio anche sensori che possono essere posizionati ovunque.

sensore di prossimità


I vantaggi dei sensori di prossimità sono:

  • diminuzione dei consumi;
  • maggiore effetto deterrente per eventuali malintenzionati;
  • maggiore utilità per i proprietari, che avvicinandosi all’edificio si illumina;
  • minor richiamo di zanzare ed altri insetti molesti;
  • maggior durata delle lampade.

Esistono in commercio diversi sensori di prossimità, ed in base al tipo acquistato essi possono essere regolati per:

  • sensibilità all’avvicinarsi di persone o animali;
  • grado di oscurità prima di iniziare ad accendersi;
  • durata dell’accensione che può andare da pochi secondi a diversi minuti.

L’adozione di queste apparecchiature, considerando che le luci invece di restare accese tutta la notte lo saranno al massimo per qualche decina di minuti, comporta sensibili risparmi in un anno.

In conseguenza di tutto ciò si rinnova l’invito a cambiare al più presto tutte le lampade adottando quelle a led, il cui costo sarà risparmiato in tempi brevi.

Chiudo dicendo ricordandovi che il costo che sosterrete per cambiare le lampadine o aggiungendo i sensori di prossimità sarà ripagata in breve tempo col risparmio che ne avrete in bolletta. Inoltre vi ricordo di lasciare accese le lampade soltanto negli ambienti in cui sostate e per il tempo strettamente necessario.

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