L’isola di Procida è considerata uno dei luoghi più belli d’Italia. Lo dimostra il fatto che, recentemente, è stata nominata capitale italiana della cultura 2022. D’altronde, non c’è da stupirsi di tale titolo in quanto l’isola vive di una storia e di una tradizione antichissime, in ogni metro di questo borgo si respira aria di storia e magia.
Non a caso, il compianto Massimo Troisi ha scelto proprio quest’isola come location per quello che forse ì il suo film più riuscito: “Il Postino”.
Oltre a tutto questo, però, Procida offre una particolarità che altre isole e posti di mare non hanno: parliamo delle case colorate dei pescatori.
Vediamo come sono fatte e perché sono così importanti e ricche di storia.
L’isola dei pescatori
Procida ha una storia antichissima, che risale addirittura al XV secolo a.C. Durante i numerosi insediamenti e invasioni che si sono succedute nel corso della storia, l’isola ha sempre avuto un punto fermo nella sua economia: la pesca.
Era un luogo dove, a causa dei mari molto pescosi, si registrava (e si registra tuttora) una fortissima presenza di pescatori.
La struttura morfologica dell’isola, un lascito vulcanico che sorge su un promontorio, ha fatto sì che gli abitanti costruissero case lungo il pendio, e non da meno sono stati i pescatori.
La peculiarità delle loro abitazioni, non è da cercare tanto nell’architettura, quanto nello stile decorativo.
Le case colorate
La prima cosa che salta all’occhio visitando l’isola di Procida sono proprio i caratteristici colori delle case dei pescatori. Questi richiamano tonalità accese e decisamente vivaci, e c’è un motivo sia per il fatto che le case sono colorate sia per il tipo di colore scelto.
Dopo lunghe giornate fuori a pescare, infatti, i pescatori dovevano riconoscere da lontano la propria abitazione. Questo non era tanto dovuto all’orientamento (parliamo sempre di uomini di mare) quanto a un motivo da ricercare nell’animo di queste persone. Pescare voleva dire stare lontano dalle famiglie per molto tempo e poter riconoscere già da lontano la propria abitazione instillava gioia e sollievo e trasformava il ritorno a casa in un vero e proprio trofeo di viaggio.
Proprio per questo motivo si sceglievano tinte accese, visibili da grandi distanze, che accompagnavano i marinai durante tutto il tragitto di avvicinamento alla costa. Ognuno era in grado di riconoscere la propria casa, che aveva un colore diverso da tutte le altre.
Oggi, a causa dello scorrere del tempo, questi colori risultano un po’ sbiaditi, ma questo non toglie al luogo quell’atmosfera magica e storica che lo contraddistingue.
La struttura delle case colorate
Parliamo di abitazioni povere, e anche l’arredamento e gli interni non possono essere sfarzosi ed eleganti. Gran parte delle abitazioni hanno due piani e sono caratterizzate da pareti in terra battuta e da pavimentazioni in legno o, solo in alcuni casi, in marmo locale, seppur molto segnato dal tempo. Per quelle più vicine al porto, il piano terra veniva utilizzato per vendere il pescato e non è raro, quindi, trovare degli spiazzi larghi proprio davanti alle case, dove le persone potevano mangiare il pesce appena comprato.