Camminando per le iconiche vie popolari di Napoli è impossibile non imbattersi nei famosi Bassi. Si tratta di abitazioni ormai diventate caratteristiche ma che hanno una storia vecchia di molti secoli, che risale addirittura alla dominazione spagnola. È possibile approfondire l’argomento su ecodellalombardia.com con tanti aggiornamenti e notizie di sicuro interesse
Cosa sono i “Bassi di Napoli”
Il Basso (o’ Vascio in dialetto) è un’abitazione al piano terra di un palazzo, che ha l’ingresso direttamente dalla strada. Durante i secoli XVI e XVII, molti contadini decisero di trasferirsi in città. Al loro arrivo, però, non c’erano abbastanza posti disponibili, così decisero di stabilizzarsi negli spazi che prima erano adibiti a negozi. Gran parte di loro, non cambiò la destinazione d’uso dei Bassi, facendo diventare “casa e bottega” un unico luogo.
Non è raro, mentre si cammina, vedere porte d’ingresso al piano terreno, dalle quali si accede direttamente a una cucina o a un salotto. Spesso, proprio davanti agli ingressi di queste abitazioni, si trovano signore intente a fare la maglia, o a parlare comodamente sedute su delle panchine. È ormai un elemento caratteristico delle strade di Napoli che è stato valorizzato nel corso degli anni. Non si tratta più di abitazioni povere, infatti, ma di vere e proprie case, arredate anche con stile.
Come sono fatti i “Bassi di Napoli”
La maggior parte di queste abitazioni ci compone di un’unica stanza, alla quale si aggiunge un bagno. Più rari sono gli ambienti con più di un locale. In alcune, altri ambienti si sviluppano in un sottoscala. La porta d’ingresso su strada può essere con finestra o meno, questa è stata spesso aggiunta in un secondo momento. Su quasi ognuna di queste case è possibile vedere una targa con scritto “Terraneo non destinabile ad abitazione” anche se, effettivamente, è quello l’uso più comune.
I bassi di Napoli nella letteratura
Un elemento così caratteristico e così presente all’interno del folclore della città non poteva non essere citato dai grandi artisti napoletani, primo su tutti Edoardo De Filippo. Nella sua celebre “Napoli milionaria”, infatti, il protagonista vive con la moglie e tre figlie proprio in un Basso e nell’opera viene evidenziata la condizione precaria e la povertà che caratterizzava queste abitazioni.
Altre citazioni risalgono anche all’Ottocento e all’inizio del Novecento. Particolarmente efficace risulta la descrizione di un Basso fatta dalla scrittrice Matilde Serao, che dipinge queste abitazioni come luoghi in cui si mangia in camera da letto e si vive in cucina e dove, a causa della povertà, «[…]si muore nella medesima stanza dove altri dormono e mangia […]».
I “Bassi di Napoli” oggi
Nel corso degli anni è cambiata anche la destinazione d’uso dei Bassi. Abbiamo assistito alla nascita di botteghe, negozi e addirittura piccoli bar. Oggi alcune di queste case vengono utilizzate come strutture ricettive, piccoli Bed & Breakfast o case vacanze. Queste ricondizioni sono il frutto del lavoro degli abitanti che hanno contribuito a rendere meno povera l’immagine di queste abitazioni e a trasformarle in elementi che danno valore aggiunto alla città.