Oggi vi parlo di Villa Ramona Lovatelli dal Corno di San Pietro in Trento una frazione a pochi chilometri da Ravenna.
L’ho scoperta quasi per caso. Chi mi conosce sa che sono una cicloturista che trascorre ferie e weekend in sella alla mia bicicletta. Il lungo lockdown mi ha fermato per diversi mesi e appena è stato possibile uscire dal Comune ho fatto qualche sgambata nelle nostre campagne. Ed è proprio nella prima domenica post-lockdown che mi sono imbattuta in questa meravigliosa dimora del XVIII secolo.
Storia di villa Ramona
La costruzione di Villa Ramona risale alla fine del 1500 e prende il nome dalla famiglia Ramoni di Sant’Angelo in Vado in provincia di Pesaro.
Successivamente la Villa passò in eredità dapprima alla famiglia Dal Corno e successivamente alla famiglia Lovatelli.
Nel 1732 fu rimaneggiata ed ampliata. Furono ampliate le ali laterali e furono aggiunti due corpi laterali, uno dei quali è la Cappella di famiglia. Fu sopraelevata la facciata con un timpano centrale nel quale è stato inserito un orologio e sopra la statua di San Rocco I lavori, ad opera dell’architetto Antonio Farini, che gli diede la fisonomia delle ville venete, terminarono nel 1756.
Alla fine del 1800 la villa fu venduta dai Lovatelli all’ingegner Romolo Conti.
La dimora e il suo parco
Mentre pedalavo allegramente la mia attenzione è stata colpita da un imponente cancellata fronte strada con un bel cancello in ferro battuto retto da due portali. Il cancello ornato con motivi floreali e sormontato da uno stemma stilizzato.
Dietro al bel cancello si apre un grande parco sul cui fondo si affaccia la villa.
La facciata è ornata da due rampe opposte di scale che portano ad una trifora d’accesso.
La villa non è aperta al pubblico ma al suo interno contiene numerosi affreschi
Tutte le dimore nobiliari delle campagne ravennate, hanno la particolarità che l’area antistante la villa era tenuta a prato mentre il parco si estendeva sul retro.
Oggi davanti alla villa c’è un prato più ridotto che nel passato, contornato di piante d’alto fusto. Sono: ippocastani, tigli, abeti, cipressi, lauri aceri, cedri, tassi e magnolie piantati nel 1906 dalla famiglia dell’ingegner Romolo Conti.
Sul retro vi era un bosco che si estendeva per circa un ettaro. In esso era ricavato il teatro all’aperto con quinte di cipressi, delimitato da siepi di bosso, dove si recitavano commedie e pastorali in onore degli ospiti. Anche il labirinto, luogo di furtivi incontri di dame e cavalieri dalle parrucche incipriate, non è sopravvissuto allo scorrere del tempo.
La famiglia Lovatelli dal Corno
La famiglia Lovatelli dal Corno era proprietaria di una sessantina di poderi che si estendevano dal territorio di Roncalceci a Filetto, da San Pietro in Trento fino a San Marco. Oltre a villa Ramona Ippolito Lovatelli detto “il castellano” era proprietario anche di un’altra villa con due torri, di un palazzo secentesco di città, in via Mazzini, e di diversi mulini
Ad Ippolito succedette uno dei fratelli, Camillo, che la lasciò in eredità al proprio figlio Teseo tutte le proprietà accumulate.
Teseo Lovatelli Dal Corno aveva la passione del gioco d’azzardo e proprio nelle sale di questa villa ha dato fondo alle fortune della sua famiglia. Terre, ville, arredi, opere d’arte tutto ciò ciò lasciato dallo zio Ippolito furono alienati e Villa Ramona fu acquistata dall’ingegner Conti