LOCAZIONE: COSA FARE QUANDO SI VERIFICA LA MOROSITA' DELL'INQUILINO

LOCAZIONE: COSA FARE QUANDO SI VERIFICA LA MOROSITA’ DELL’INQUILINO

Mettere in locazione una casa può presentare alcune problematiche fra le quali affittare ad un inquilino che non paga regolarmente l’affitto. Va detto per onor di cronaca che si verifica la morosità del conduttore già dal mancato pagamento di due mensilità.

Questa breve guida aiuterà i proprietari a capire come comportarsi in queste occasioni e, soprattutto, come procedere per lo sfratto.

Parliamo di:

  • sfratto per morosità;
  • iter da seguire;
  • sfratto per morosità e covid.

Sfratto per morosità

Il proprietario, che ha dato in locazione un suo immobile ad un inquilino moroso, ha un unica possibilità per rientrare in possesso della sua casa, avviare una procedure di sfratto per morosità.

Un procedimento definitivo a cui si arriva quando l’affittuario non paga regolarmente l’affitto.

La morosità, come anzi detto, si verifica già con due mesi arretrati o quando il mancato pagamento delle spese condominiali raggiunge l’importo delle due mensilità di pigione.

Il proprietario può procedere quindi allo sfratto per morosità e richiedere il pagamento dei mancati affitti.

La gestione dei pagamenti e le eventuali azioni che il proprietario di casa può esercitare sono tutte raccolte nella legge sull’equo canone: I. 392/1978.

Per poter procedere nei confronti di un inquilino non solvente è indispensabile:

  • essere in possesso di un contratto di locazione redatto a norma di legge e registrato;
  • dimostrare il mancato pagamento di almeno due mensilità.

Una volta compreso cosa sia lo sfratto per morosità e le condizioni in cui esso si verifica è fondamentale capire quale procedura seguire per rientrare inpossesso della casa.

Iter da seguire

Si è spiegato, fin qui, quando si verifica la morosità e in quali casi si può procedere allo sfratto.

  1. Inviare una lettera raccomandata all’inquilino dove gli si intima di pagare gli affitti arretrati;
  2. nominare un avvocato il quale intima lo sfratto per morosità e chiede al tribunale una citazione di convalida dello sfratto;
  3. il tribunale fissa la data dell’udienza.

In udienza si possono verificare due scenari:

  • l’inquilino si presenta e si impegna a pagare i canoni arretrati;
  • l’inquilino non si presenta o non si oppone allo sfratto.

Nel primo caso il giudice gli accorda un termine di grazia entro il quale sanare la sua posizione debitoria (generalmente 90 giorni).

Nel secondo caso viene convalidato lo sfratto e fissata la data del rilascio dell’immobile.

Sfratto per morosità Covid

Per sopperire all’emergenza economica legata alla pandemia da Covid -19, il Governo ha messo in campo il blocco degli sfratti per tutti quegli inquilini moroso che sono in difficoltà.

A disporlo è il decreto mille proroghe che dispone:

”La sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche ad uso non abitativo, e’ prorogata sino al 30 giugno 2021 limitatamente ai provvedimenti di rilascio adottati per mancato pagamento del canone alle scadenze.”

Detto decreto proroga quanto già stabilito nel precedente articolo 103, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27.

Se si deve procedere ad uno sfratto per morosità a causa del Covid, l’unico consiglio è: diplomazia.

La risoluzione pacifica del contendere è sempre auspicabile per preservare il rapporto di fiducia instaurato con chi paga l’affitto.

Non solo, mantenere un buon rapporto con chi paga l’affitto preserva l’immobile e garantisce al padrone di casa un’entrata sulla quale fare sempre affidamento.

Questo non toglie che anche chi affitta deve avere rispetto, in primis, di quanto stabilito dal contratto, attraverso il quale si impegna a pagare una somma dovuta per il godimento di un bene che non è il suo e dal quale trae beneficio per se e la propria famiglia.

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