Ed eccoci di nuovo qui a parlare di case, e che case direi. Con l’aiuto dell’amica Cinzia Donati autrice del blog la stanza delle torture, giornalista e redattrice di Paspartu quindicinale versiliese, e scrittrice di cui vi ho già parlato in questo mio precedente articolo su un’altra dimora storica, la tenuta Maria Teresa, vi porto in Versilia, e precisamente a Lido di Camaiore alla scoperta di Villa Ariston.
La storia
Villa Ariston, in origine “Castello Regina” fu progettata dall’Architetto toscano Gino Coppedè su incarico dell’allora senatore Vittorio Rolandi Ricci, ambasciatore di Vittorio Emanuele III.
Rolandi Ricci, alla fine dell’ 800 acquistò una tenuta di 22mila mq di verde e frutteti che affacciava sul mare della costa toscana. Qui fece costruire la sua dimora, un complesso che rievocava il periodo gotico-medievale.
La dimora, composta da quattro fabbricati – villa principale, la torre gemella , la fattoria e la chiesetta – la dedica alla moglie Regina chiamandola appunto Castello Regina.
Chi era Vittorio Rolandi Ricci
Vittorio Rolandi Ricci era un avvocato di origini liguri (di Albenga) diviene dapprima senatore del regno, poi ambasciatore negli Usa per il governo Giolitti, infine aderisce alla repubblica sociale.
Quando alla fine dell’800 decide di acquistare questa tenuta, appartenuta alla Signora Consigli, la Versilia non era come la vediamo oggi, era un’immensa distesa di sabbia bordata da un’immensa pineta e questa tenuta immersa in un parco alberato era un’oasi di relax ambito da tutti i personaggi famosi dell’epoca.
Quando Vittorio Rolandi Ricci incaricò l’architetto Coppedè di progettarla lo fece con l’intento di dimostrare a tutti la sua importanza politica e sociale, la volle grande tanta era la sua importanza politica, con una dependance dove ospitare personaggi illustri.
In questa casa infatti ospitò D’Annunzio e la Duse che già si erano innamorati di questo posto quando ancora apparteneva alla signora Consigli, Vittorio Emanuele III, il Principe Umberto, Giolitti, Mussolini, Giacomo Puccini, Guglielmo Marconi, Marlene Dietrich ed altri.
La villa
Edificio residenziale della famiglia Rolandi Ricci, seppur costruito agli inizi del 900, rievoca i palazzi signorili del 300 con bifore e trifore, colonnine in marmo, ed un’imponente torre alta 36mt (abbattuta dai tedeschi nel ’44).
La torretta gemella
Utilizzata come dependance degli ospiti è una costruzione più piccola in uno stile che ricorda vagamente Palazzo Vecchio di Firenze con torretta identica a quella posta sul palazzo principale.
La fattoria
Era l’abitazione del fattore, era costruita seguendo l’architettura classica delle fattorie.
La cappella
Di struttura neo medievale, posta dietro alla villa principale, è di piccole dimensioni, il cui campanile è stato aggiunto successivamente. All’interno è affrescata con pitture di Galileo Chini. Sul retro della chiesina, nella parete esterna, vi sono riportate alcuni versi della poesia di Pascoli ”Pietole”.
Il parco
Come ogni villa che si rispetti anche Villa Ariston è circondata da un imponente parco secolare.
Inaugurato nel 1909 è tutt’oggi uno dei parchi più importanti della Versilia. Nel parco si alternano zone boschive con zone a prato divise naturalmente da viali di platani secolari.
La villa oggi
La seconda guerra mondiale spegne le luci della ribalta di questa meravigliosa tenuta. I bombardamenti tedeschi danneggiano alcune strutture e distruggono la torre della villa principale in modo tale da non essere più ricostruita.
Nel dopo guerra viene acquistata come residenza estiva dai fratelli Benelli (proprietari de La Capannina) ma ben presto si rendono conto che le spese per mantenerla sono eccessive e decidono di trasformala in hotel e cambiano il nome in Villa Ariston.
Nell’86 viene venduta alla famiglia Codecasa, gli attuali proprietari, che ha integrato le strutture già esistenti con delle nuove ed una piscina.
Oggi è uno degli hotel più prestigiosi della Versilia con stanze ed appartamenti dedicati agli ospiti illustri che vi soggiornarono.
Nonostante il passare del tempo e le modifiche apportate alla struttura, quando si varca il cancello si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo.
Conclusioni
Tutte le foto pubblicate nell’articolo sono a cura di Cinzia Donati
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